Pregiudizi contro gli italiani

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Termini riferiti all’alimentazione tipica

  • Schinkebròtli (svizzero tedesco, panino al prosciutto)
  • Garlics (dall’inglese garlic, aglio);
  • Pepperoni (utilizzato negli Stati Uniti);
  • Maccaronì (utilizzato negli anni cinquanta e sessanta in Belgio contro i minatori italiani, anche in Francia);
  • Maiser (in Svizzera, uomo del mais, polentone);
  • Los Polpettoes;
  • Pizzagang;
  • Spaghetti;
  • Spaghettifresser (mangiaspaghetti, nei paesi di lingua tedesca, fressen si usa per gli animali );
  • Pastar (da pronunciare “pashtar”, parola croata che significa Colui che mangia la pasta);
  • Mangiarane (Žabar in croato/sloveno) in Paesi dell’ex Jugoslavia e dai tempi diTito, nonostante questo termine oggi sia riferito più che altro ai francesi;
  • Makaroniarz (“un appassionato della pasta”; makaron=la pasta) in Polonia.
  • Makaronarji/Makaroni (tra gli Sloveni).
  • Broccoli (storpiatura dall’americano “Brooklyn”, così pronunciato dagli emigranti italiani che arrivavano nel porto di New York tra la fine del secolo XIX e l’inizio del XX);

Termini riferiti all’onomastica

  • Dago; Negli USA è usato per tutti i popoli “latini”. Deriva dal nome proprio Diego; forse dalla parola Dago – coltello;[senza fonte]
  • Black dago (dago nero);
  • Gino (femminile: Gina), usato in Canada;
  • Guido (femminile: Guidette), usato negli USA;
  • Tony;
  • Alfonso (in Lituania, un Alfonso è un racconta bugie — il raccontare frottole può essere espresso con l’espressione “makaronų kabinti”);
  • Tano (deriva da “napolitano”, usato in Argentina e Uruguay)

Termini riferiti alle abitudini linguistiche

  • Digic (termine croato derivato dall’italiano dire attraverso la parola giuliano-veneta digo);
  • Digó (termine del gergo ungherese derivato dall’italiano dico attraverso la pronuncia — anche meridionale — digo);
  • Goombah (nell’area di New York, dall’italiano compare, derivante dal dialettale cumpà);
  • Minghiaweisch (dall’esclamazione italiana minchia e “weisch?”, cioè capisci? in svizzero tedesco, usata in Ticino per definire gli italiani di seconda generazione presenti in Svizzera tedesca – evidenzia le difficoltà a parlare in italiano senza influenze dialettali e senza influenze tedesche);
  • Paisà (nell’area di New York con riferimento all’espressione italiana paesano, la cui deformazione dialettale suona letteralmente “paisà”);
  • Rital (in francese, da franco-italien: evidenziava la difficoltà degli immigrati a pronunciare la R francese);
  • Walsche e Sentas (in Alto Adige: dalla diffusa abitudine di rivolgersi al prossimo con l’espressione “senta” — percepita come uno sgradito imperativo);
  • Wop (assonanza col termine napoletano guappo: significa without papers/passport, persone senza documenti). È uno dei più usati negli USA[19];
  • Zabar (dal croato “zaba”, che significa rana: fa riferimento alla pronuncia degli italiani del settentrione, che viene accostata ai suoni emessi dalle rane).

Termini riferiti a pregiudizi etnici

  • Guinea (viene dalla falsa credenza che gli italiani siano in parte africani a causa della carnagione scura presente in alcuni di essi. È diminutivo di Guinea Negro, usato negli anni ’50/’60 negli Stati Uniti;
  • Mozzarellanigger (suona all’incirca come negro-mozzarella, da nigger: il pregiudizio assimila italiani ed africani, con l’aggiunta di “mozzarella“, che gioca sul vasto consumo di questo alimento da parte degli italiani e sul colore della pelle più chiaro);
  • Wog (utilizzato, soprattutto in Australia, contro le popolazioni dell’Europa meridionale e del Mediterraneo);
  • Mafiamann e Mafiosi (singolare) o mafioso: usato in Germania.

Termini riferiti alla Storia

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  • Katzelmacher, Katzener (deriva dall’accusa di tradimento della 1ª guerra mondiale, lanciata dall’Austria e dall’incorporazione di terre, con riferimento a quelle abitate prevalentemente da popolazioni di lingua di ceppo germanico. Secondo le varie fonti “Katzelmacher” deriva da “facitori di gattini” nel senso della prolificità familiare oppure “venditori di cucchiai”, derivante dalle attività dei commercianti ambulanti transfrontalieri, i termini sono diffusi in tutti i paesi di lingua tedesca ed in tutte le aree appartenenti alla Repubblica italiana, che in passato erano austriache. Il termine si diffuse rapidamente nell’Impero grazie all’opera satirica del disegnatore Arpad, che aveva predisposto un libello intitolato “Maledetto Katzelmacher” e che raffigurava la caricatura di un bandito meridionale. Ampiamente citato in quasi tutte le opere storiche sulla 1ª GM)[senza fonte];
  • Verräter (dal tedesco “traditori”, generalizzazione attribuita agli italiani già nella prima guerra mondiale ma ancora di più dopo l’8 settembre del 1943; diffusa in Germania ed in alcune zone dell’Austria);[senza fonte]
  • (taliani, talijani, ‘talianat (diffusi nelle “province irredente“, in particolare nel Litorale Adriatico di lingua friulana e slovena e nel trentino);
  • taliani de legno (diffuso nel Litorale Adriatico ed in particolare a Trieste, ma anche in Istria e nell’ex Friuli austriaco[senza fonte]. Deriva dal commento dell’ammiraglio austriaco vincitore (dubbio di fonti sulla correzione ricevuta; non esistono documenti ufficiali scritti da Wilhelm von Tegethoff con quella frase, chi conosce la Storia della Marina Austriaca dubita che un Contrammiraglio potesse rivolgersi in quel modo all’Imperatore, che leggeva tutti i dispacci importanti al Comando Supremo. Il motto fa parte della tradizione orale delle genti nord ed est adriatiche, ma la sua origine è tutt’altro che certa) della battaglia di Lissa “Omini de fero su barche de legno ga batù omini de legno su barche de fero”. A Trieste in particolare si usa anche “lianta de gnole”, da un gergo locale che inverte le sillabe delle parole “lian-ta de gno-le”, si usa verso tutti gli italiani quando accentuano determinate caratteristiche a loro attribuite dall’immaginario collettivo, come ad esempio pretendere spaghetti in Scandinavia, invocare la mamma, dire “lei non sa chi sono io” eccetera);
  • regnicoli (diffuso in tutte le “terre irredente” e derivante dal nome degli immigrati con residenza in Austria ma senza cittadinanza, provenienti dal Regno d’Italia. Il termine veniva usato anche sulla stampa italiana, è “spregiativo” solo in minima parte. Ampiamente citato da molte fonti, compreso L’Italia dei cent’anni del Comandini);
  • cifarielli abbreviato CIF (usato a Trieste, era un sinonimo di “cabibo” e derivava da un fatto di cronaca famoso agli inizi del secolo, e cioè dell’omicidio d’onore commesso dal cantante Cifariello a Napoli, i delitti d’onore erano una relativa novità per l’ambiente mitteleuropeo triestino, il termine si rivolge in prevalenza agli italiani meridionali. Il termine fu usato anche dall’Irredentista Attilio Tamaro nel 1919 e dalla polizia in un rapporto prefettizio, per manifestare quanto fosse diffuso in città dopo l’arrivo degli italiani e di come alcuni loro costumi fossero poco accetti dalla popolazione. Citato anche in Filosofia Quotidiana di Manlio Cecovini ed in alcuni dizionari vernacolari);
  • cabibi (usato nel Litorale Adriatico, sembra che derivi dal film “le notti di Cabiria“, serve per indicare gli italiani meridionali ed alcune volte per estensione, tutti gli italiani. Citato nei dizionari vernacolai);[senza fonte]
  • marinielli (usato a Trieste ed in particolar modo sul Carso e nella comunità slovena, si riferisce al cognome di un soldato italiano che per primo, si dice impalmò una donna di lingua madre slovena. Si riferisce al fascino mediterraneo che si dice farebbe presa sulle donne nordiche, poco abituate dai loro uomini alle attenzioni ed alle galanterie meridionali. Il termine nasconde un doppio senso “el mariniel ve frega”, riferito alla presunta abitudine alla fuga dei conquistatori mediterranei, dopo che avrebbero raggiunto il loro scopi. Citato dal prof. Luccio in una conferenza, facente parte della tradizione orale locale)[senza fonte];
  • pigne per estensione pignate (pentole) (usato a Trieste, era un riferimento allo stemma d’Italia che assomigliava ad una pigna[non chiaro]);
  • scafuri (usato a Trieste ed in Istria, deriva dallo sloveno “cefurj”, termine spregiativo con il quale si indicano i popoli del meridione della ex Jugoslavia, per estensione applicato anche agli italiani);[senza fonte]

Altri termini

  • Greaseball (USA: significa palla di unto. Usato per la moda della brillantina e per un pregiudizio legato alle condizioni igieniche);
  • Itaker (in Germania, gioco di parole tra Italia e Itaca, che rimanda a giramondo, vagabondi);
  • Carcamano (in Brasile, significa furbone, truffatore: dall’atto di calcare la mano sul piatto della bilancia barando sul peso, persona morta di fame, zampe di vacca – persona che non compra niente, persona con le mani chiuse che non spende dei denaro).
  • Tschinggali (Svizzera, fine Ottocento: dalla trascrizione del suono cinq!, usato nel gioco della morra, diffusissima tra gli italiani). Nello spettacolo teatrale “Italiani Cìncali” si specula sul fatto che Tschinggali possa essere una storpiatura diZingari, cioè vagabondi. In Svizzera erano così definiti gli italiani lavoratori, con intento chiaramente dispregiativo e allusivo alla loro condizione di “vagabondi, ladri e poco igienici”. La popolazione Romanì è vittima dello stesso pregiudizio);
  • Magnaramina (in Ticino, significa rosicchia-reticolato. Usato in particolare nei confronti dei lavoratori frontalieri);
  • Shitalian (parola macedonia che fonde Italian — italiano — e shit — termine dispregiativo che indica gli escrementi);[20]
  • Italiashka (in Russia significa “italianaccio”).
  • Tanos (in Argentina detto per le navi che arrivavano nel porto di Buenos Aires, in maggioranza da Napoli, per questo Napoli-tanos”).
  • Babi (molto spregiativo, usato nella regione di Marsiglia e in generale nelle Bouches-du-Rhône, è termine derivato dall’occitano e significa, in prima istanza, “rospo”.)