TEMA Pregiudizi e stereotipi DURATA 10 ore ETÀ 14/19 |
DISCIPLINE Italiano, storia, geografia, scienze umane, matematica, diritto, statistica, lingue straniere COMPETENZE Comunicazione nella lingua materna Competenze digitali Comunicazione nelle lingue straniere Competenze sociali e civiche |
Obiettivi
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Acquisire consapevolezza degli stereotipi su cui si fondano talvolta le nostre idee;
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acquisire la consapevolezza che gli stereotipi impediscono una vera conoscenza della realtà;
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saper riconoscere i più comuni stereotipi e pregiudizi sulle migrazioni;
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confrontare i luoghi comuni con i dati e le informazioni.
Attività
Io non ho pregiudizi, ma….
Nella nostra cultura i termini pregiudizio e stereotipo sono carichi di un forte significato negativo, tanto che è raro trovare chi riconosca esplicitamente di pensare o agire in base ad essi. Il loro uso più comune riguarda l’ostilità verso i gruppi etnici diversi dal proprio o verso minoranze di vario tipo, ed è in questo campo che i pregiudizi hanno assunto la valenza negativa più evidente, essendo legati ai gravi fenomeni del razzismo e della discriminazione. È consigliabile quindi cominciare il percorso di ricerca senza utilizzare questi termini, per evitare di stigmatizzare il pensiero degli allievi a riguardo e perché possano emergere liberamente, per poi riflettere in modo critico. Possono essere utili alcuni esercizi interattivi che sono pubblicati sul sito parlezvousglobal.org. Per scoprire che tutti noi facciamo ricorso a pregiudizi e stereotipi, senza nemmeno rendercene conto. La regola per gestire questi esercizi è però quella di non giudicare, ma di riflettere sul perché si ragiona così.
Che cosa intendiamo con stereotipo e pregiudizio.
Si può dare del termine stereotipo una definizione molto generale semplicemente come dell’insieme delle caratteristiche che si associano a una certa categoria di oggetti. Oppure si possono scegliere definizioni più specifiche che limitano il campo ai gruppi sociali e agli stereotipi negativi. In questo caso si considera lo stereotipo come insieme coerente e abbastanza rigido di credenze negative che un certo gruppo condivide rispetto a un altro gruppo o categoria sociale. Dal punto di vista etimologico, il termine pregiudizio indica un giudizio precedente all’esperienza, vale a dire un giudizio emesso in assenza di dati sufficienti. Quando le scienze sociali hanno cominciato a studiare il pregiudizio, esso aveva già incorporato il significato aggiuntivo di idea errata e ostacolo alla vera conoscenza (Bacone, Galileo, Spinoza, Vico ne trattarono ampiamente). Le discipline sociali vi aggiunsero due ulteriori specificazioni: il pregiudizio non si riferisce tanto a fatti e eventi, quanto a gruppi sociali; inoltre di solito è sfavorevole, nel senso che l’errore di valutazione tende più a penalizzare che non a favorire l’oggetto del giudizio stesso. In sintesi, dunque si possono dare di stereotipo e pregiudizio diverse definizioni, a seconda del livello di generalità o di specificità che si decide di assumere. Al massimo livello di specificità si intende la tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole le persone che appartengono a un determinato gruppo sociale. A entrambe le accezioni si associa quasi sempre l’idea che il pregiudizio non si limiti alla valutazione rispetto all’oggetto, ma sia in grado di orientare concretamente l’azione nei suoi confronti.
Perché pregiudizi e stereotipi sono così comuni?
Quali sono i processi attraverso i quali essi si creano, si diffondono e rimangono inalterati nel tempo? A cosa servono? Porsi queste domande è indispensabile non solo per comprendere questi fenomeni ma per saperli fronteggiare. Molte spiegazioni sono state fornite nell’ambito delle discipline filosofiche, psicologiche e sociologiche. Tutte si muovono tra il considerarli “ordinari” oppure “eccezionali”. Ovvero possono essere considerati dei processi normali, tipici della natura umana, oppure dei fenomeni anormali, che si sviluppano in condizioni di patologia o deficit individuale o collettivo e che quindi vanno combattuti.
“Accettare luoghi comuni, conoscenze non verificate, giudizi preconfezionati: un’economia della mente che diventa avarizia del cuore” ammonisce Bruno Mazzara in un suo saggio sul tema.
Un modo divertente per prendere coscienza dei pregiudizi è la visione del famoso cortometraggio di Adam Davidson, The lunch date, vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1990 nella categoria dei “corti” e premio Oscar nel 1991 per la stessa categoria.
Oppure esaminare criticamente le vignette umoristiche che compaiono su giornali e in rete.
Quali sono i più forti stereotipi e pregiudizi nei confronti degli immigrati in Italia?
Con un esercizio come il Migra Quiz può essere interessante farli emergere, per poi confrontarli con i dati statistici più aggiornati, per misurare il differenziale fra quello che si percepisce e la realtà della migrazione in Italia, ricercando poi la spiegazione sui luoghi comuni e i miti da sfatare.
Un esempio interessante: i pregiudizi nei confronti degli uomini africani
“Ciò che ci rende uguali supera di gran lunga ciò che ci rende diversi”. È questo lo slogan di #stopthepity, un movimento che ha l’obiettivo di educare a rapportarsi senza pregiudizi alla narrazione delle storie dal continente africano. La campagna Stop the Pity, lanciata dall’associazione Mama Hope all’ultimo Festival SXSW di Austin, mira a comunicare un’immagine non stereotipata dell’Africa, non vittima ma protagonista del cambiamento.
Strumenti didattici
Per scegliere l’esercizio interattivo più adatto al gruppo degli allievi e alla propria capacità di gestione in chiave formativa, si possono ad esempio consultare:
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parlezvousglobal.org/it/15-the-lunch-date e dopo la visione del cortometraggio The lunch date, vengono suggerite attività di apprendimento esperienziale
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parlezvousglobal.org/it/humor-nero – per iniziare a lavorare sul tema, leggere e rielaborare le vignette “umoristiche” pubblicate su vari giornali italiani
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parlezvousglobal.org/wp-content/uploads/2013/11/17.a.pdf e parlezvousglobal.org/wp-content/uploads/2013/11/17.b.pd – il Migra quiz che permette di confrontare le rappresentazioni mentali con dati statistici aggiornati
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parlezvousglobal.org/it/pregiudizi-contro-gli-italiani – gli epiteti razzisti di cui sono stati vittima gli italiani nel mondo
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I percorsi didattici contro la discriminazione, a cura di Amnesty International alle pagine 18-32 amnesty.it/flex/files/9/d/a/ D.d768527996e63cfd4c59/ Amnesty_Discriminazione_Intro.pdf
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Per giocare e scherzare con gli stereotipi (nonché per esercitarsi nella comprensione della lingua inglese), è interessante consultare la Cartografia geopolitica sugli stereotipi nel mondo. Una serie di divertenti mappe spesso tragicomiche dell’Europa e degli Stati Uniti, basate sulle diverse percezioni soggettive e ideologiche: alphadesigner.com/mapping-stereotypes
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Un testo molto chiaro e sintetico sulla questione è quello di B. Mazzara, Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna, 1997, la cui lettura consigliamo a ogni docente che voglia ragionare insieme ai propri allievi sul tema. Una sintesi del saggio è pubblicata in
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comunicazionidimassa.net/ Psicologia-Sociale/Stereotipi-e-pregiudizi- di-Bruno-Mazzara.html
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Pigri, sfruttatori, pronti al furto se non all’omicidio. Rappresentazione negativa e pregiudizio in secoli di migrazioni italiane all’estero. Nel libro M. Sanfilippo, Faccia da italiano, Salerno editore, Roma 2011 lo sviluppo cronologico del fenomeno e della relativa xenofobia nel Vecchio e nel Nuovo Mondo si dipana in più capitoli fino ai giorni nostri.
Ph. credit Gendere stereotyping (cc) Chrish Dunne