Obiettivi:
- Saper leggere in modo critico gli articoli dei giornali.
- Saper riconoscere gli artifici retorici con cui spesso si fa del cattivo giornalismo
- Saper confrontare le informazioni raccolte sui media con dati statistici
- Saper scrivere un breve saggio o un articolo di giornale sul tema
Durata: 4/6 ore
Attività:
1.Cosa dicono i giornali dell’immigrazione in Italia?
Si potrebbe iniziare la ricerca chiedendo alla classe di cercare sui periodici illustrati e sui quotidiani per un periodo determinato tutte le notizie relative alle immigrazioni in Italia.
Una recente ricerca ci dice che i servizi giornalistici tematizzati sugli arrivi di migranti in Italia rappresentano quasi il 20% della totalità dei servizi sull’immigrazione pubblicati nei periodici illustrati.
Nel 70% di questi servizi gli arrivi sono trattati come “arrivi illegali” di “clandestini”. Solo nel 30% si prende in considerazione l’arrivo di “profughi” che cercano “asilo” facendo domanda come “rifugiati”. Una percentuale del genere dimostra che i media pongono una enorme attenzione sul problema immigrazione, spesso trattato come “invasione”, molto difficile da contenere. Il dato più sorprendente però è un altro. Solo nel 3% dei casi si tratta il tema degli arrivi accennando agli arrivi “legali”. Insomma: gli arrivi sembrano tutti illegali. I dati statistici sugli arrivi di migranti descrivono invece una realtà quasi ribaltata rispetto al racconto dei media. Inoltre, i media tendono a separare “clandestini” e “regolari” come se si trattasse di categorie umane date una volta per tutte e non di situazioni amministrative mutevoli che le persone attraversano nel tempo.
2.Come vengono rappresentati i migranti?
C’è un problema di percezione. Solo il 10% circa di immigrati presenti illegalmente nel paese arriva via mare: ne arrivano di più attraverso le frontiere terrestri, ma soprattutto la maggior parte sono giunti in Italia legalmente con visti turistici o di lavoro per poi fermarsi oltre lo scadere degli stessi. Più in generale gli immigrati che arrivano via mare rappresentano meno dell’1% degli immigrati in Italia. Nonostante questo, quando il giornalismo parla di migranti in arrivo nel 95% dei casi costruisce l’informazione a partire da riferimenti (testuali e soprattutto visivi) agli sbarchi. Questo vuol dire che quando vediamo sui nostri media dei migranti “in arrivo”, vediamo quasi solo degli uomini (molte meno le donne che rischiano la vita in un’avventura del genere); quasi solo degli africani (soprattutto negli anni più recenti). La nostra immagine dei “clandestini” è oggi quasi esclusivamente l’immagine di maschi africani, accompagnata da titoli che li aggettivano come “clandestini” e come “disperati”. Questo porta a una visione del “clandestino” assolutamente fuorviante e alimenta la paura della criminalità: i disperati sono letteralmente senza speranze (di lavoro, di vita serena e stabile).
3.Clandestino.
E’ importante far comprendere agli alunni che la clandestinità non è un dato fisso. Che non esistono gli immigrati “clandestini” da una parte e gli immigrati “regolari” dall’altra parte, come se si trattasse di immigrati cattivi e di immigrati buoni. La clandestinità è talora uno stato temporaneo del percorso di vita di un migrante, così come la posizione regolare non è acquisita una volta per tutte ma dipende dalla stabilità lavorativa. Le sanatorie sono servite negli anni proprio a questo: a permettere ai migranti divenuti presenze illegali di regolarizzare la loro posizione, permettendo cioè ai datori di lavoro disposti a farlo (non tutti…) di produrre regolari contratti di lavoro.
E’ quindi bene far riflettere i ragazzi sul concetto di clandestinità e sui suoi risvolti giuridici. Se fino al 2009 si trattava di una situazione irregolare da un punto di vista amministrativo, oggi con le norme entrate in vigore è diventato reato.
4. Cosa dicono le statistiche più aggiornate?
Per orientarsi nella enorme quantità di dati disponibili, proponiamo di partire da quelli presenti e curati da FIERI nella piattaforma
http://oltrelemigrazioni.ning.com/page/storia che permettono una visione storica degli ultimi 30 anni.
Strumenti:
- Si veda la ricerca: A.Pogliano – R. Zanini, Lo sguardo sull’altro. Fotografia e Immigrazione in Italia dagli anni Ottanta ad oggi
- Degli stessi autori con L. Gariglio: Facce da straniero. 30 anni di fotografia e giornalismo sull’immigrazione in Italia, B. Mondadori, Milano, 2010
- Si veda inoltre sullo stesso tema il kit didattico su cdrom, realizzato da Fieri e da Il nostro pianeta in occasione della Global Education Week 2010
- Da giugno del 2008 è in vigore in Italia la Carta di Roma, il codice deontologico su migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta, firmato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
- L’impegno di giornalisti professionisti a contrastare i pregiudizi veicolati spesso negli articoli di cronaca ha dato vita ad un sito in cui si possono trovare molti esempi, sempre aggiornati, di “sviste” ed errori di comunicazione in questo senso
- Per chi volesse approfondire ulteriormente, consigliamo il Dossier statistico Annuale Caritas/Migrantes, che per unanime parere della comunità scientifica è il più aggiornato e documentato prodotto in Italia. Ogni dossier annuale è presentato con una buona sintesi anche sul sito
- Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media italiani (Università La Sapienza di Roma)
- Il progetto Parlare civile è volto a fornire un aiuto pratico a giornalisti e comunicatori per trattare con linguaggio corretto temi sensibili e a rischio di discriminazione
- Occhio ai media è un’associazione ferrarese che, monitorando i giornali, segnala forme di discriminazione subite dai migranti in Italia.