Sono 15 le regioni italiane in cui nei primi mesi dell’anno scolastico 2015-2016 si sono tenuti gli incontri di formazione per insegnanti del progetto “Un solo mondo un solo futuro”. 550 gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado coinvolti. L’intento è quello di colmare il gap tra la formazione tradizionale e gli strumenti necessari per affrontare in chiave educativa le sfide globali che coinvolgono il nostro pianeta, dalla sicurezza e sovranità alimentare, alle migrazioni internazionali e all’economia globale, per un futuro davvero sostenibile.
Le ONG coinvolte nel progetto CISV, A.C.C.R.I, ACRA, A.D.P., AIFO, A.S.P.Em., C.E.F.A., Ce.L.I.M. MI, C.M.S.R., C.O.E., CO.P.E., COSPE, C.V.C.S., C.V.M., FOCSIV, I.B.O. Italia, L.V.I.A., O.S.V.I.C., ProgettoMondo MLAL, R.T.M, SOLIDAUNIA si sono impegnate a realizzare le formazioni nelle diverse aree geografiche di competenza. Il programma delle formazioni si è concentrato sui tre temi principali del progetto: sovranità alimentare, migrazioni, economia globale e in alcuni casi ha visto anche l’integrazione con una formazione specifica dedicata alle competenze digitali. Le insegnanti si sono messe alla prova testando alcune modalità di utilizzo del web per raccontare i temi dell’educazione alla cittadinanza globale. In particolare si sono esercitate a scrivere e postare articoli sul blog del progetto, a realizzare e pubblicare brevi video sul canale YouTube di “Un solo mondo un solo futuro” e a creare gallerie e album fotografici su Flickr.
Una breve sintesi dell’intervento di Giovanna Cipollari, esperta di educazione interculturale, a una delle formazioni per insegnanti in Emilia Romagna.
“Viviamo una crisi di valori, di civiltà, che esige una rivoluzione innanzitutto culturale, pedagogica; un “nuovo umanesimo”: nell’epoca della globalizzazione i problemi riguardano tutta l’umanità. Occorre assumere una visione del mondo basata sul principio dell’interdipendenza: tutto ciò che accade influenza la vita di ogni persona, ed ogni persona è responsabile per le proprie azioni, che riguardano tutta l’umanità. Il pensiero materialista, individualista, utilitarista dei secoli scorsi domina ancora la nostra società, così come i metodi e i contenuti dell’insegnamento. Un cambiamento autentico, quindi, dipende da una riforma del pensiero e dell’educazione, le quali non possono prescindere l’una dall’altra. Si propone una revisione dei curricula scolastici volta a superare la frammentazione delle discipline, integrandole in nuovi quadri d’insieme. I grandi problemi dell’attuale condizione umana possono essere affrontati solo attraverso una stretta collaborazione tra le discipline e le culture. Insegnare deve contribuire a formare individui con un’etica della responsabilità e della relazione. La scuola deve fornire strumenti di conoscenza e comprensione dei contesti naturali, sociali, culturali, antropologici, nei quali gli studenti si trovano a vivere ed operare. Strumenti critici, che consentano di cogliere la realtà come un processo in evoluzione. Gli insegnanti sono i primi responsabili dell’educazione di persone che sappiano relazionarsi, decentrarsi, pensare con mente critica, agire per il bene comune.”