Parma, storia di un’esperienza: Una settimana di giovani speranze

Come Tutor, mi sono avvicinato a questa settimana con il timore di non riuscire a gestire il gruppo di ragazzi che mi era stato assegnato, ma ho presto scoperto che la mia paura era infondata.

Non ho li ho dovuti guidare, ma è bastato accompagnarli perché fin dal primo giorno con grande energia si sono buttati sull’argomento e sul compito che IBO Italia aveva pensato per loro. Anzi, ero io a rimanere indietro.

La sovranità alimentare, la cooperazione allo sviluppo e l’immigrazione non sono temi semplici, ma grazie agli esempi concreti proposti durante le presentazioni che aprivano ogni giornata, penso che ai ragazzi questi concetti siano adesso più familiari in un’accezione concreta, senza che siano stati banalizzati.

Esco da questa settimana sinceramente rinfrancato: se queste sono le tanto bistrattate generazioni dei giovani di oggi, io ho speranza che possano costruire un mondo migliore. Anche grazie ad eventi come questi, che piantano semi che sono sicuro attecchiranno in menti fertili come quelle che ho avuto attorno in questi giorni. Vederli all’opera, sensibili e coesi, mi ha dato fiducia.

Se da un lato aspetto con ansia che arrivi domenica per incontrare di nuovo i “nostri” ragazzi ed immergermi in quel mare di energia, dall’altro non posso che essere un po’ triste perché in fondo si tratta di un addio o, spero, di un arrivederci.

Malala diceva che “un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”, e a questi ragazzi abbiano dato non solo una penna, ma pennelli, microfoni, stampanti, videocamere…perché possano far sentire più forte la loro voce, perché magari, un giorno, possano cambiare il mondo.

 

Dario, tutor gruppo Disegno