Ciao, sono Maria Grazia Calareso, una delle insegnanti dell’Istituto Marzabotto (Sesto San Giovanni) che ha curato il progetto per la Settimana della Cooperazione. Lunedì 22 febbraio, le classi seconde e terze della scuola media hanno incontrato il giornalista Ivan Grozny Compasso in due momenti separati per ragioni legate allo spazio e al tempo scuola.
E’ stata un’esperienza importantissima sotto il profilo umano e formativo. Gli incontri sono stati strutturati in un modo semplice: il racconto dell’ esperienza di Ivan e delle esperienze delle persone incontrate durante i suoi reportage attraverso il supporto di video e materiale fotografico.
L’intenzione è stata quella di dare una visione vicina di contesti ‘lontani’ dal vissuto quotidiano dei nostri studenti. Ivan è partito dalle curiosità dei ragazzi, da suggestioni e da impressioni che emergono dal loro punto di vista rispetto a questioni internazionali come il terrorismo, la guerra…Si è discusso così di che cosa è l’ISIS, di forme di resistenza straordinarie come Kobane, di quanto sia ‘comodo’ usare il termine ‘minoranza’ dietro cui si oscura la storia, la cultura, la lingua di un popolo, di come l’informazione venga manipolata per ottenere degli scopi poco trasparenti, come la diffusione di uno stato di tensione e paura in Europa e non la trasmissione dei fatti, pur complessi, nella loro nudità e gravità; ha raccontato l’uscita da Kobane in mezzo al buio e al fango e il sostegno ricevuto dai bambini e dagli uomini e le donne che ogni giorno difendono la loro dignità, ha parlato, con grande coinvolgimento dei ragazzi, delle storie di chi vive nei campi profughi, in una zona limite tra il ricordo, la difficoltà di sopravvivenza e la speranza; ancora, del metodo più efficace, il gioco del calcio, usato per entrare in relazione con i ragazzi dei campi che spesso sono stati testimoni di violenze agghiaccianti.
Ivan ha raccontato della sua esperienza in Brasile, facendo cenno a come gli interessi economici prevarichino i bisogni delle comunità, soffermandosi sulla violenza quotidiana e sull’importanza di documentare e raccontare e riflettere per ‘essere umani’ davvero. Tanti sono stati gli stimoli, ma ancora più importante è stato il contatto delicato e diretto che ha saputo stabilire con i ragazzi. TUTTI sono stati coinvolti, tutti accolti e resi protagonisti. La forza di questo incontro è depositata negli occhi, negli sguardi e nelle vite raccontate da Ivan e da lì si propaga con una passione e un’energia che fa dire ‘no alla guerra’, ‘a me la guerra fa schifo’, non come uno slogan da urlare con indifferenza e dimenticare ogni giorno, ma come una domanda, come mille domande che a partire da questa esperienza ogni giorno i nostri ragazzi si porranno per imparare a ‘dubitare’, a ‘contestualizzare’, conoscere.
In modo sommario ho riportato quel che è accaduto, sicuramente non è sufficiente per rendere quel che abbiamo sperimentato lunedì, allego anche qualche foto scattata dal telefono…grazie!!
Maria Grazia