La Settimana Scolastica della Cooperazione è stata protagonista al Liceo Gioia di Piacenza con un percorso di approfondimento sul tema delle migrazioni internazionali dal 24 al 26 febbraio. Ventiquattro studenti del Liceo hanno scelto di partecipare alla proposta di ProgettoMondo Mlal per conoscere più da vicino il fenomeno delle migrazioni internazionali, fatto di numeri, analisi storiche e geografiche, attualità, ma soprattutto di storie umane e personali che la definiscono e offrono le chiavi di lettura per leggere più approfonditamente anche il proprio territorio.
Gli interventi di cooperazione internazionali realizzati dall’ONG veronese in Marocco proprio su questo tema hanno aiutato a comprendere meglio le dinamiche di partenza, le motivazioni che spingono molti giovani a partire. La testimonianza di alcuni ospiti provenienti proprio dal Marocco (BOUKDIR MOHAMMED, Responsabile Documentazione, Animazione e produzione pedagogica dell’AREF di Tadla Azilal e KHAYATI LAILA, insegnante Liceo tecnico di Beni Mellal) ha aiutato a riflettere sul tema dell’integrazione scolastica dei migranti che accomuna entrambe le sponde del Mediterraneo.
Ma la migrazione è fatta anche di storie molto vicine. Ad accompagnare i ragazzi nel percorso anche la presenza di alcuni mediatori, portatori di storie di emigrazione e oggi impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione dei richiedenti asilo nella società piacentina.
Come sempre accade, questi incontri lasciano segni importanti, come emerge da alcuni commenti raccolti dagli studenti:
“Non sapevo che nella mia città ci fossero così tanti richiedenti asilo e non conoscevo tutte le realtà che si impegnano per la loro integrazione”
“Ho scoperto un Marocco che non mi aspettavo, non così arretrato come mi immaginavo e una scuola che è fortemente impegnata su temi comuni”
“E’ stato molto arricchente parlare con gli insegnanti marocchini e scoprire tutte le cose preziose che si fanno per i giovani”.
La sensazione è di aver seminato qualcosa di prezioso per la crescita di cittadini “mondiali”, oggi in grado di sentirsi più vicini a Paesi non così lontani e più consapevoli della mondialità presente nella società cui appartengono.