La cooperazione entra in classe, via web a Casalecchio

Nell’ambito della Settimana della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto “Un solo mondo, un solo futuro: educare alla cittadinanza mondiale nelle scuole”, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, CEFA ha organizzato insieme al gruppo di scuole bolognesi che partecipano al progetto “Un solo mondo un solo futuro” una settimana densa di laboratori, lezioni interattive, ma anche di conoscenza e scambio reciproco.

Ed è proprio quest’ultima esperienza che ha toccato da vicino le classi quarte e quinte dell’ITCS Salvemini di Casalecchio di Reno (BO): attraverso una skype-call, i ragazzi hanno avuto modo di entrare nel mondo della cooperazione internazionale: in video conferenza, il 25 febbraio, hanno fatto la conoscenza di Peter, Anthony e Yenifer, rispettivamente beneficiario, educatore e responsabile del progetto “Give them a second chance”- intervento a tutela dei diritti dei minori a Nairobi, Kenya – un progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Comitato per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo). Qui CEFA, gestisce la struttura di Cafasso una casa-accoglienza che accoglie ragazzi che hanno appena finito di scontare una pena detentiva. Non si tratta di delinquenti e giovani violenti, la maggior parte di loro infatti ha commesso reati di lieve entità e spesso, se debitamente seguiti e protetti, riescono a tornare liberi e in forze nella società.

Peter è stato arrestato per aver rubato qualche ananas. I ragazzi italiani ascoltano increduli.

Ha un viso sorridente che a tratti si fa dolce ed intimidito, lo stessa timidezza che si legge sul volto degli studenti che, un po’ intimoriti, si avvicinavano alla web cam per porgli domande e curiosità.

“Qual era la tua giornata tipo a Cafasso?” Peter ci racconta della sveglia alla mattina presto, della colazione e delle faccende domestiche che a Cafasso vengono svolte insieme a tutti i compagni. Ci parla delle sedute con lo psicologo, del pranzo, delle faccende dell’orto e dei lavori di cura degli animali: conigli, galline e qualche vacca. Nel pomeriggio si seguono le lezioni di scuola, si gioca e si frequentano i corsi di avviamento al lavoro: carpenteria, sartoria, falegnameria, elettricista.

“Che cosa ha segnato per sempre la tua vita della tua esperienza in prigione?” “Quando sei in prigione quello che più ti pesa è sapere che non puoi uscire, che devi restare tutto il giorno nella struttura del carcere. E col passare del tempo ridi di meno, ti fai triste, non hai più voglia di parlare e ti chiudi in te stesso”.

Peter ci racconta che è stato ospitato a Cafasso per 5 anni. E a poco a poco capiamo che quello di Cafasso è un percorso che richiede tanti tempi diversi. Il tempo dell’accettazione, il tempo della fiducia ed il tempo del superamento. Gioco, Lavoro, Studio e Cura di sé prendono forma solo laddove il legame della Fiducia si instaura, nel tempo.

Un ultima domanda: “ E oggi cosa fai, dove vivi?”

Peter sorride orgoglioso: “Oggi vivo in una piccola casa a Nairobi e di lavoro faccio l’elettricista”.

(questo post è stato scritto da Noemi Ronsini, volontaria in Servizio Civile Nazionale presso la sede CEFA di Bologna)

Noemi_1629