Il primo marzo noi ragazzi delle terze medie dell’Istituto Comprensivo di Caraglio abbiamo incontrato Ambroise Tiné, della Caritas del Senegal, socio onorario della LVIA di Cuneo, un’organizzazione non governativa fondata da don Aldo Benevelli 50 anni fa.
Gli argomenti affrontati in queste due ore sono stati molteplici e ci hanno fornito numerosi spunti di riflessione su temi quali l’immigrazione, la cooperazione, lo sviluppo sostenibile, la fame di diritti.
Ambrose viene dal Senegal, una terra di grandi tradizioni e di popoli di differente etnie.
Fin da piccolo, ha imparato a rispettare, perché sostiene che se una persona non si apre al mondo e all’altro resta povero di spirito. Il mondo infatti è uno, la famiglia umana è una e riconoscere che siamo prima di tutto esseri umani, al di là delle differenze, significa capire che abbiamo valori comuni, uguali diritti e che è importante lottare, ognuno nel proprio piccolo, perché tutti possano avere pari opportunità.
Il Senegal è un paese situato nella fascia del Sahel, un territorio in cui piove pochissimo ed in cui la povertà e la denutrizione sono molto diffuse tra i 14 milioni di abitanti, di cui il 65% è analfabeta.
Proprio la scuola ha fatto la fortuna di Ambroise che ha potuto realizzarsi, tornare nel suo paese e aiutare il suo popolo grazie all’istruzione. Non avere cibo, non avere acqua, non avere diritto all’istruzione e alla salute è come non avere futuro….
La povertà e il clima hanno fatto così del Senegal – come di molti altri stati poveri – una terra di emigranti.
Gli emigranti senegalesi si dividono principalmente in due categorie: economici e climatici e non sempre all’estero sono accolti nei migliori dei modi. Infatti quando ci troviamo di fronte a qualcuno diverso da noi, subentra la paura di perdere il benessere che contraddistingue il nostro mondo e allora si scatenano razzismo, intolleranza, xenofobia accentuati da informazioni spesso manipolate, che ci fanno percepire il problema dell’immigrazione come “un’invasione”.
In realtà dati oggettivi spesso taciuti riferiscono che solo il 4% degli emigrati africani arriva in Europa.
Perché ci sia integrazione è importante che chi arriva si impossessi della lingua del paese ospitante perché solo così la carenza linguistica non diventa una disabilità, senza rinunciare alle proprie radici che sono una ricchezza comune da tutelare. Ambroise, tra l’altro, parla benissimo l’italiano!
Accogliere gli immigrati significa rispettarli e permettere loro di vivere nella stessa condizione della gente locale. Non dimentichiamo che l’uomo è dotato di due tipi di intelligenza: l’intelligenza del cuore e quella della mente: entrambe possono essere una risorsa per aiutare l’altro, tocca a noi scegliere come usarle.
Ambroise ha ricordato a tutti che nessuno lascia volentieri la propria casa e il proprio paese e che la migrazione spesso si porta via il meglio di un paese e, se fallisce, si porta via il meglio della nostra umanità.
Tutto questo è scaturito dalle nostre domande a cui poi ha fatto seguito una sua provocazione…ci ha proposto infatti di chiedere ai nostri genitori che cosa farebbero se qui ci fossero fame, guerra, mancanza di diritti….
Questa domanda la rivolgiamo a voi come stimolo di riflessione e vi lasciamo la frase……
…..USATE L’INTELLIGENZA DEL CUORE!
I ragazzi delle terze medie dell’Istituto Comprensivo di Caraglio