Silvia: “Ora vi leggerò una poesia scritta non da me, ma da Davide Rondoni.”
Un bambino, con estrema naturalezza: “Non lo conosco” *
Avere la possibilità di ospitare Silvia Vecchini nelle nostre due classi è stata davvero un’emozione intensa, e una magnifica occasione che abbiamo potuto cogliere, e realizzare, grazie all’impegno e al contributo di Aspem, in occasione della Settimana per la cooperazione internazionale “Un solo mondo, un solo futuro”.Perché scegliere la poesia, e, soprattutto, la poesia di Silvia, come linguaggio privilegiato per parlare di un tema così alto, e a così forte rischio di frasi fatte e banalità?
Perché Silvia parla davvero la lingua dei bambini. Che significa una lingua potente, sincera, che scava sotto la pelle, perché tocca nodi profondi, intensi e a volte dolorosi. E lo fa senza la presunzione dell’adulto che tutto sa, ma con la voce del bambino -della bambina- che è stata, e che ancora abita e parla dentro di lei.
In verità, Silvia non ha parlato moltissimo, durante l’attività: ha preferito far parlare, e scrivere, i bambini, interrogarli, rincorrerli lungo i sentieri dei loro pensieri, in un continuo rimando di domande, e risposte, e nuove domande, senza un giusto e uno sbagliato, un dritto e un rovescio, ma con la prospettiva alta di produrre riflessioni e aprire lo sguardo, allargando gli orizzonti.
E allora, da cosa partire, se non dal principio, dal rapporto più intimo che può legare due bambini: l’essere fratelli, amici, compagni?
La parola a Silvia, e ai bambini:
SIlvia: Perché secondo voi è importante conoscersi, conoscere bene chi abbiamo vicino?
Per avere un legame di amicizia
Per conoscere tante persone
Invece di solo una, un bel mucchietto
Silvia: Per conoscersi, come si fa?
Bisogna invitare l’altro bambino
Giocare con lui
Spiegare cos’è successo di brutto e di bello nella tua vita
Chiedere il suo nome, cognome, data di nascita, da dove viene
Descrivendosi
Le persone si conoscono parlando, scambiando le cose, facendo delle domande
Silvia: Quando conosciamo bene qualcuno, che ci viene voglia di fare?
Stare con lui, diventare suo amico, possiamo giocare insieme invece che da soli, si diventa più felici, si litiga di più
Silvia: Come facciamo a ricordarci esattamente come siamo adesso?
Ci facciamo un ritratto
Un selfie
Ci si guarda allo specchio
Si scrive…
Silvia: Due fratelli hanno la stessa radice. Veniamo tutti dalla stessa radice?
No… Sì…
Perché siamo tutti esseri umani
Perché siamo tutti fratelli
Perché Dio dicono che è il Padre di tutti
Silvia: Con i fratelli, con gli amici, va sempre tutto bene?
Quando fai finta di non sentirmi
quando te ne vai sulla bici
con qualcun altro seduto sul portapacchi
quando dividi la merenda
ma non con me
allora si apre una botola sul pavimento
cado giù ma non sento niente,
non mi vedi più sono trasparente
Silvia: Cosa succede quando litighiamo?
Si diventa quasi trasparenti
C’ha un buco nel cuore
È una macchia scura
Gelosia, non so cosa sia.
Ma se non vuoi che il mio sguardo
diventi fosco, non azzardarti a prendere
il mio posto. Da qui a lì, in lungo e in largo.
Sei in ritardo, ci sono io. L’amico, quello,
è il mio.
A tutti servirebbe un fratello
che nel momento più scuro
esca di nascosto
e si riempia le tasche,
che nel bosco resti al tuo fianco
e lasci cadere a ogni passo
un sassolino bianco.
Antonella Capetti
Scuola Primaria Plesso di Carimate